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Legge 16
settembre 2021 n.126, conversione in legge, con
modificazioni, del decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105, recante
misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da
COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed
economiche. Pubblicata nella Gazz. Uff. 18 settembre 2021, n. 224.
Obbligo del Green pass per tutti i lavoratori, sia pubblici, sia
privati, ma anche colf, baby sitter, badanti, partite Iva e studi
professionali, nonché chi opera nelle associazioni di volontariato.
Obbligo anche per gli "esterni": ossia a chi svolge attività
lavorativa o formativa presso le amministrazioni anche in conformità
a contratti esterni. Esenti gli esonerati dal vaccino. Di
conseguenza tutti gli uffici pubblici dovranno riorganizzarsi dal 15
ottobre, data di partenza dell’obbligo del green pass e tale vincolo
si applicherà sino al 31 dicembre 2021. Non è previsto il
licenziamento del lavoratore. Multa anche per il datore di lavoro
che non controlla i pass dei dipendenti: nei suoi confronti scatta
una sanzione amministrativa da 400 a mille euro.
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Decreto
legge 21 settembre 2021, n. 127 c.d. green pass 2
Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza
del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito
applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento
del sistema di screening. Con il decreto-legge 21 settembre 2021, n.
127, il Governo ha esteso a tutto il personale delle pubbliche
amministrazioni l’obbligo di possedere e di esibire, per l’accesso
al luogo di lavoro, la certificazione verde COVID-19 (il cosiddetto
green pass), escludendo da tale obbligo i soli soggetti esentati
dalla campagna vaccinale per motivi sanitari.
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Ordinanza
Ministeriale 24 settembre 2021
Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e
gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 nella Regione
Sicilia
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Leggi
regionali impugnate
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari
regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, ha esaminato
diciannove leggi delle Regioni e delle Province Autonome e ha
deliberato di impugnare:
- la legge della Regione siciliana n. 20 del 29/07/2021 "Legge
regionale per l’accoglienza e l’inclusione. Modifiche di norme", in
quanto talune disposizioni, eccedendo dalle competenze attribuite
alla Regione Siciliana dallo Statuto speciale di autonomia in
materia di diritto di asilo e accoglienza, violano l’articolo 117,
secondo comma, lettera a) e b), della Costituzione;
- la legge della Regione siciliana n. 21 del 29/07/2021
"Disposizioni in materia di agroecologia, di tutela della
biodiversità e dei prodotti agricoli siciliani e di innovazione
tecnologica in agricoltura. Norme in materia di concessioni
demaniali marittime", in quanto talune disposizioni, eccedendo dalle
competenze attribuite alla Regione Sicilia dallo Statuto speciale di
autonomia, violano l’articolo 117, primo comma, e secondo comma,
lettera l), della Costituzione, nonché i principi fondamentali in
materia di tutela della salute;
- la legge della Regione siciliana n. 22 del 03/08/2021
"Disposizioni urgenti in materia di concessioni demaniali marittime,
gestione del servizio idrico integrato nell’ambito territoriale
ottimale di Agrigento e di personale di Sicilia Digitale S.p.A.
Disposizioni varie", in quanto talune disposizioni, eccedendo dalle
competenze attribuite alla Regione siciliana dallo Statuto di
autonomia, violano gli articoli 81, terzo comma, e 117, secondo
comma, lettere e) e l), della Costituzione.
Presidenza
del Consiglio dei Ministri - Comunicato 24 settembre 2021
Green pass, rientro in presenza e smart working: ecco tutte le tappe
Con il decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, il Governo ha esteso
a tutto il personale delle pubbliche amministrazioni l’obbligo di
possedere e di esibire, per l’accesso al luogo di lavoro, la
certificazione verde COVID-19 (il cosiddetto green pass), escludendo
da tale obbligo i soli soggetti esentati dalla campagna vaccinale
per motivi sanitari.
Estendendo l’obbligo della certificazione verde Covid-19 anche ai
lavoratori del settore pubblico, il Governo incrementa l’efficacia
delle misure di contrasto alla circolazione del virus e consente,
tramite il rientro in presenza dei pubblici dipendenti, di
incrementare l’efficienza delle pubbliche amministrazioni. Si tratta
di un passaggio indispensabile per sostenere le esigenze dei
cittadini e delle imprese, in particolar modo di quelle impegnate
nelle attività connesse all’attuazione del PNRR.
Le linee guida Brunetta-Speranza
In questo contesto, per fornire a tutte le pubbliche amministrazioni
una cornice omogenea di condotte e di risorse strumentali attraverso
le quali dare piena attuazione al rientro in presenza, i Ministri
Brunetta e Speranza stanno elaborando specifiche linee guida che
saranno adottate dal Presidente del Consiglio dei Ministri ed
emanate in tempo utile a consentire un ordinato rientro dei
dipendenti pubblici. In tale documento saranno indicati gli
strumenti tecnologici necessari alla implementazione delle
piattaforme digitali per la verifica del green pass e saranno
fornite indicazioni procedurali per la gestione del personale,
soprattutto in fase di prima attuazione dell’obbligo.
Il Dpcm per il ritorno in presenza
Il quadro sopra esposto ha posto, dunque, le premesse per superare
l’utilizzo del lavoro agile quale strumento di contrasto al fenomeno
epidemiologico e ha consentito al Governo di stabilire - con decreto
del Presidente del Consiglio dei ministri adottato su proposta del
Ministro per la pubblica amministrazione e firmato il 23 settembre -
che, a decorrere dal 15 ottobre 2021, la modalità ordinaria di
svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche
amministrazioni è soltanto quella svolta in presenza. Si torna,
pertanto, al regime previgente all’epidemia pandemica, disciplinato
dalla legge 22 maggio 2017, n. 81, recante "Misure per la tutela del
lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire
l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro
subordinato" (la legge Madia), così come modificata dai successivi
provvedimenti normativi.
Il decreto ministeriale per definire le modalità del rientro
Per realizzare un ordinato rientro in ufficio dei pubblici
dipendenti, le modalità saranno disciplinate da un decreto del
Ministro della Pubblica amministrazione accompagnato da apposite
linee guida. Inoltre, per evitare di concentrare l’accesso al luogo
di lavoro nella stessa fascia oraria o di ingolfare i trasporti
pubblici nelle ore di punta, sarà consentita una più ampia
flessibilità degli orari di ingresso e di uscita. Il decreto
stabilirà, inoltre, che nelle more della disciplina del lavoro agile
da parte del Contratto collettivo nazionale, attualmente in fase di
discussione tra Aran e organizzazioni sindacali, l’accesso a tale
modalità di lavoro avverrà unicamente previa stipula dell’accordo
individuale e subordinatamente all’esistenza delle seguenti
condizioni:
- non deve in alcun modo pregiudicare o ridurre la fruizione dei
servizi resi all’amministrazione a favore degli utenti;
- l’amministrazione deve disporre di una piattaforma digitale o di
un cloud o comunque di strumenti tecnologici idonei a garantire la
sicurezza delle comunicazioni tra lavoratore e amministrazione;
- deve aver previsto un piano di smaltimento degli arretrati e deve
fornire al personale i devices necessari.
Il Piano integrato di attività e organizzazione
Queste modalità attuative confluiranno strutturalmente nella sezione
del Piano integrato della pubblica amministrazione (PIAO, introdotto
dal decreto legge n. 80/2021) destinata ad assorbire i contenuti dei
piani organizzativi del lavoro agile (POLA) e che fornirà a tutte le
pubbliche amministrazioni, a partire dal 31 gennaio 2022, uno
strumento di semplificazione e di pianificazione delle attività e
delle strategie da porre in essere.
Il contratto collettivo
Il quadro sopra delineato sarà completato, nel volgere di alcune
settimane, dalla disciplina in materia di lavoro agile che Aran e
sindacati stanno elaborando nell’ambito del tavolo contrattuale in
corso e che, al momento, vede già discussi e approvati i seguenti
temi: la definizione di lavoro agile; l’accesso; l’accordo
individuale; relazioni sindacali; fasce di contattabilità e
disconnessione; trattamento economico. |
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Il Consiglio dei Ministri, su proposta del
Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’economia e delle finanze
Daniele Franco, ha approvato la Nota di aggiornamento del
Documento di economia e finanza (NADEF) 2021.
La Nota di aggiornamento al Def con il nuovo quadro dei conti
pubblici italiani evidenzia una crescita al 6% ,quasi due punti in
più del 4,1% tendenziale stimato nel Def di aprile, e vede quindi il
deficit scendere intorno a quota 10% e il debito fermarsi a un
livello nettamente più basso del 159,8% ipotizzato in primavera.
La Nota prende atto del miglioramento degli indicatori di crescita e
deficit e definisce il perimetro di finanza pubblica nel quale si
iscriveranno le misure della prossima Legge di Bilancio, che avrà
come obiettivo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana
nel triennio 2022-2024, in stretta coerenza con il Piano Nazionale
di Ripresa e Resilienza. La previsione di aumento del prodotto
interno lordo (PIL) per l’anno in corso sale al 6%, dal 4,5%
previsto nel DEF in aprile, mentre la previsione di indebitamento
netto (deficit) scende dall’11,8% del PIL nel DEF al 9,4% della
NADEF. Anche la stima per il rapporto debito/PIL è rivista al
ribasso rispetto al 159,8% previsto nel DEF; ciò implica una
flessione dell’incidenza del debito sul prodotto interno lordo al
153,5% già nel 2021. Per quanto riguarda la programmazione delle
finanze pubbliche, per il 2022 la NADEF fissa un obiettivo di
deficit pari al 5,6% del PIL, che si confronta con un saldo a
legislazione vigente pari al 4,4%. La NADEF delinea inoltre una
progressiva e significativa riduzione dell’indebitamento netto, che
si attesterà al 3,3% del PIL nel 2024. Il percorso programmatico per
il triennio 2022-2024 consentirà di coprire le esigenze per le
‘politiche invariate' e il rinnovo di diverse misure di rilievo
economico e sociale, fra cui quelle relative al sistema sanitario,
al Fondo di Garanzia per le PMI, all’efficientamento energetico
degli edifici e agli investimenti innovativi. Si interverrà sugli
ammortizzatori sociali e sull’alleggerimento del carico fiscale.
Sarà possibile gestire ulteriori interventi di sostegno alla
crescita economica del Paese. In confronto al quadro tendenziale,
l’andamento dell’indebitamento netto programmatico è superiore di
oltre un punto percentuale di PIL a partire dal 2022. Come risultato
del relativo stimolo di bilancio, la crescita del PIL programmatico
è pari al 4,7% nel 2022, 2,8% nel 2023 e 1,9% nel 2024. La discesa
del rapporto debito/PIL proseguirà per raggiungere il 146,1% nel
2024.
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Violenza di genere crimine comunitario
La richiesta del Parlamento Ue affinché la violenza di
genere sia trattata come un crimine particolarmente grave con "una
dimensione transnazionale".
I numeri sono da brividi: circa un terzo delle donne nell'Unione
europea ha subito violenza fisica e/o sessuale. Sono in media 50
donne che perdono la vita a causa della violenza domestica ogni
settimana e il 75% delle donne in ambito professionale ha subito
molestie sessuali. Parte da questi numeri l'iniziativa legislativa
dei deputati europei che chiedono una legge e delle politiche mirate
per far fronte a tutte le forme di violenza e discriminazione basate
sul genere (contro donne e ragazze, ma anche contro le persone
LGBTIQ+).
I deputati chiedono alla Commissione di elencare la violenza di
genere come una nuova sfera di criminalità ai sensi dell'articolo
83(1) del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, insieme ad
altri crimini che devono essere combattuti su base comune come già
accade per il traffico di esseri umani, di droga e di armi, il
crimine informatico e il terrorismo. Sono stati 427 i voti
favorevoli, 119 contrari e 140 astensioni (maggioranza assoluta). Ne
discenderebbe una direttiva UE incentrata sulle vittime, che
utilizzi gli standard della Convenzione di Istanbul e altri standard
internazionali comprensiva di: misure di prevenzione, anche
attraverso programmi di istruzione sensibili alla dimensione di
genere e reattivi agli aspetti intersettoriali; servizi di sostegno,
protezione e misure di risarcimento per le vittime; misure per
combattere tutte le forme di violenza di genere, comprese la
violenza contro le persone LGBTIQ+; standard minimi di applicazione
della legge; disposizioni per garantire che gli episodi di violenza
di genere siano presi in considerazione nel determinare la custodia
dei bambini e i diritti di visita; e, infine, cooperazione tra gli
Stati membri e lo scambio di migliori prassi, informazioni e
competenze. Oltre ai molti effetti negativi personali, sociali ed
economici della violenza di genere, i deputati fanno rilevare il
peggioramento causato dalla pandemia e, inoltre, la carenza di
fiducia da parte delle vittime di violenza di genere nei confronti
delle autorità di contrasto e del sistema giudiziario, elementi che
contribuiscono in modo importante allo scarso numero di denunce.
tratto da: Violenza di genere crimine comunitario
https://www.studiocataldi.it/articoli/42791-violenza-di-genere-crimine-comunitario.asp#ixzz77jxlSyiy
(www.StudioCataldi.it)
Camera dei Deputati
Disposizioni per consentire la libertà di scelta
nell'accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico
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Italia Oggi
Lavoro agile
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