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L. 17
ottobre 2017, n. 161
Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di
prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159,
al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e
transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni.
Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate
e confiscate.
È stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 248 del 4 novembre
2017, la Legge 17 ottobre 2017, n. 161 recante “Modifiche al codice
delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al
decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e
alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice
di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la
tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate." La legge
entrerà in vigore il 19 novembre 2017.
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Modifica
dell’articolo 54-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165,
in materia di tutela del dipendente o collaboratore che segnala
illeciti
Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o
irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un
rapporto di lavoro pubblico o privato
Legge sul whistleblowing approvata in via definitiva
Ecco, in sintesi, le novità della nuova legge sul whistleblowing:
• Il dipendente pubblico o privato che segnala (ai responsabili
anticorruzione, all'Anac o ai giudici ordinari e contabili) illeciti
che abbia conosciuto in ragione del rapporto di lavoro non potrà
essere sanzionato, licenziato, demansionato, trasferito o sottoposto
ad altre misure ritorsive.
• La tutela vale non solo per tutte le amministrazioni pubbliche ma
anche per il settore privato. Viene stabilito che nei modelli
organizzativi e di gestione predisposti ex decreto n. 231/2001 per
prevenire la commissione di reati, siano contemplati il divieto di
atti di ritorsione o discriminatori e canali ad hoc per le
segnalazioni garantendo la riservatezza dell'identità di chi
denuncia.
• Viene previsto il reintegro nel posto di lavoro in caso di
licenziamento e la nullità di ogni atto discriminatorio o ritorsivo
nei confronti del whistleblower.
• E’ vietato, inoltre, rivelare l'identità di chi denuncia ma non
sono ammesse segnalazioni anonime. In ogni caso, il segreto sul nome
in ipotesi di processo penale non può protrarsi oltre la chiusura
delle indagini preliminari. Spetterà all'Anac predisporre linee
guida sulle procedure per la presentazione e la gestione delle
segnalazioni al fine di garantire la riservatezza di chi segnala.
• Se l'interessato (o i sindacati) comunica atti discriminatori, l'Anac
applicherà (ove riconosciuta la responsabilità) al datore una
sanzione pecuniaria amministrativa fino a 30mila euro. In caso di
adozione di procedure discordanti dalle linee guida dell'autorità o
di mancata verifica della segnalazione la sanzione sale fino a
50mila euro.
• Il testo prevede, anche, una sorta di clausola anti-calunnie. Le
tutele nei confronti del segnalante saltano nel caso di condanna
dello stesso in sede penale (anche in primo grado) per calunnia,
diffamazione o altri reati commessi con la segnalazione o laddove ne
venga accertata la responsabilità civile per dolo o colpa grave.
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Corte di
Cassazione Civile - Sezione lavoro - Sentenza n. 26373/2017
Pubblico impiego. Dirigenti. Pensioni, stipendi e salari
Il trattamento retributivo del dirigente che, ex D.Lgs. n. 165 del
2001 (artt. 19 e 24), si compone di una retribuzione fissa, o di
base, collegata alla qualifica rivestita dal dirigente e determinata
dai contratti collettivi e di una retribuzione accessoria
consistente: a) nell'indennità di posizione che varia, secondo le
funzioni ricoperte e le responsabilità connesse, in base ad una
graduazione operata da ciascuna Amministrazione; b) nell'indennità
di risultato finalizzata a remunerare la qualità delle prestazioni e
gli obiettivi conseguiti. La delineata struttura del trattamento
accessorio rivela che la retribuzione di posizione riflette "il
livello di responsabilità attribuito con l'incarico di funzione", e
la retribuzione di risultato corrisponde all'apporto del dirigente
in termini di produttività o redditività della sua prestazione. La
retribuzione di posizione denota, quindi, attraverso il collegamento
al livello di responsabilità, lo specifico valore economico di una
determinata posizione dirigenziale. Indennità di posizione ed
indennità di risultato, rappresentano, quindi, strumenti di
differenziazione e di flessibilità del trattamento economico con
funzione incentivante.
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Corte di
Cassazione - Sezione lavoro - Ordinanza n. 26694/2017
Pubblico impiego
Sfuma l’attribuzione dell’incarico: il danno da perdita di chance
In tema di pubblico impiego, laddove il comportamento della P.A. si
riveli contrario ai principi di correttezza e buona fede, nonché ai
canoni di imparzialità, efficienza e buon andamento, può
configurarsi un inadempimento..., pertanto, se l'Amministrazione non
abbia fornito nessun elemento circa i criteri e le motivazioni
seguiti nella selezione dei dirigenti ritenuti maggiormente idonei
agli incarichi da conferire, è configurabile inadempimento
contrattuale, suscettibile di produrre danno risarcibile.
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Corte di
Cassazione - Sezioni Unite Civili - Sentenza n. 27439/2017
Trasformazione da part-time a full-time, quale giudice è
competente.
Sono devolute alla giurisdizione del Giudice ordinario le
controversie che si riferiscono ai rapporti di lavoro
contrattualizzati alle dipendenze delle PA. Il Giudice
amministrativo continua ad avere giurisdizione in materia solo
eccezionalmente per le controversie relative a procedure
concorsuali, ad eccezione di quelle inerenti il diritto
all’assunzione che, ancora una volta, sono devolute al Giudice
ordinario.
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Corte di
Cassazione - Ordinanza n. 26469/2017
Pubblico impiego - Dirigente statale - Revoca dell'incarico
ex art. 19, co. 8, D.Lgs. n. 165/2001 - Diritto del dirigente al
ripristino dell'incarico - Sopravvenuta pronuncia di illegittimità
costituzionale delle norme disciplinatrici del cd. spoil system -
Reintegra nell'incarico per il tempo residuo di durata -
Indisponibilità del posto a seguito della riforma organizzativa
dell'amministrazione sopravvenuta - Irrilevante - Situazione
esaurita come limite all'efficacia retroattiva delle pronunce di
illegittimità - Non sussiste
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Corte di
Cassazione - Sez. Lavoro - Sentenza n. 27333/2017
Illegittimo il licenziamento del lavoratore assente per
malattia ma “attivo” a casa
Laddove il lavoratore, assente per malattia, svolga un’attività
lavorativa, il licenziamento può essere considerato legittimo solo
dove sia ravvisabile una violazione dei doveri generali di
correttezza e buona fede e degli specifici obblighi contrattuali di
diligenza e fedeltà.
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INPS -
Comunicato 08 novembre 2017
Il Tribunale di Roma conferma la piena legittimità dell’operato
dell’Inps in materia di recupero degli indebiti pensionistici.
Respinto il ricorso promosso dal CODACONS.
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Rapporto
SVIMEZ 2017 sull'economia del Mezzogiorno
L'ultimo Rapporto Svimez ribalta molti luoghi comuni sul sud Italia
Nel rapporto Nord – Sud, stando alle stime Svimez, per ogni 10 euro
che arrivano al Sud come residui fiscali, 4 tornano immediatamente
al Centro Nord sotto forma di domanda di beni e servizi. Dunque le
risorse che affluiscono al Sud contribuiscono a dare sostegno a
un'area di produzione e di consumo ancora rilevante per l'economia
dell'intero Paese, dalla quale è lo stesso Nord a beneficiare.
Tuttavia, l'indagine Svimez calcola una perdita di circa 200mila
laureati meridionali con un calo in termini finanziari del Sud di
circa 30 miliardi di euro. Alla fine del 2016, dal Meridione sono
andati via 62mila abitanti: meno 9.300 residenti in Sicilia, 9.100
in Campania, 6.900 in Puglia. «Il Mezzogiorno – si legge nel
rapporto - resterà terra d'emigrazione "selettiva" (specialmente di
qualità), con scarse capacità di attrarre immigrati dall'estero, e
sarà interessato da un progressivo ulteriore calo delle nascite».
Fotografano un dramma i dati relativi al rischio di povertà che, nel
Mezzogiorno, si assesta al 34,1%. Lo stesso parametro nel Meridione
è superiore sia rispetto al dato nazionale (19,0%) sia rispetto a
quello del Centro-Nord (11,0%). Addirittura in Sicilia e Campania,
il rischio di povertà arriva a sfiorare il 40%.
Il tasso di occupazione registrato al Sud, inoltre, è ancora il più
basso d'Europa (35% inferiore alla media UE).
In questo mare di difficoltà, a confortare sono le previsioni sulla
crescita del Pil al Sud; A portare avanti l'evoluzione positiva del
Pil nel 2017 e nel 2018 secondo Svimez sarà l'andamento della
domanda interna, «che al Sud registrerà, rispettivamente, +1,5% e
+1,4% (nel Centro-Nord, invece, aumenta quest'anno del +1,6% e il
prossimo del +1,3%)». Per il 2018 Svimez prevede un significativo
aumento delle esportazioni e degli investimenti totali, «che
cresceranno più nel Mezzogiorno che al Centro-Nord.
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